PER PROSEGUIRE INSIEME

Martedì 5 aprile il nostro Vicariato ha ricevuto la visita pastorale del Vescovo Oscar.

Come lui stesso ha evidenziato durante la Messa celebrata nella chiesa di Villapinta, è stata un’“occasione semplice e familiare” per imparare a stare insieme, a fidarci del Signore. Così è, o dovrebbe essere, la comunità cristiana: il luogo dove ognuno porta il peso degli altri, condividendone “le gioie, i dolori, le fatiche e le speranze”, come spesso cantiamo.  

In una giornata di sole, i cui raggi dorati arricchivano di infinite sfumature e giochi di mille colori la già luminosa chiesa, è stato molto bello vedere sull’altare il nostro Pastore affiancato dal Vicario Generale, don Ivan Salvadori, da don Andrea Salandi, da don Alberto Pini e dal Vicario Foraneo, don Marco Zubiani, con i quali hanno concelebrato tutti i sacerdoti del Vicariato. Li chiamiamo “don”, proprio perché sono un dono del Signore che non ha voluto lasciarci soli e ce li ha donati perché Lui stesso potesse continuare ad essere presente in mezzo a noi. Quale grande dono! È con questo spirito di gratitudine che abbiamo partecipato alla celebrazione eucaristica. Dopo averci ricordato che è proprio “l’Eucarestia che fa la chiesa”, il Vescovo ci ha proposto una attenta riflessione partendo dalla Liturgia della Parola e, in particolare, dalla prima lettura, tratta dal Libro dei Numeri: il popolo di Dio, guidato da Mosè, è impegnato nella grande attraversata del deserto ed è messo in difficoltà da molte prove, dinanzi alle quali è tentato di tornare indietro. Quanto è attuale questa Parola! Dio vuole spingere avanti e portare il suo popolo alla libertà e questo, invece, brontola e preferisce tornare indietro per rinchiudersi nelle sue piccole sicurezze, tutte terrene e umane. Anche oggi, dopo la pandemia, è per noi forte la tentazione di accontentarci del poco, di scegliere quello che si è sempre fatto. E rinunciare così alla sfida, forse faticosa, del nuovo, nel quale il Signore crea slanci, occasioni, opportunità.

Ma, così come ha fatto con il popolo nel deserto, ancora oggi Dio manda medicine per guarirci. Talvolta un po’ dolorose e “costose”, ma dobbiamo fidarci e credere che egli le manda non per punirci, ma per scuoterci e risvegliarci. Il “surplus” è che, con la medicina, ci dona anche il medico: Gesù. A questo punto la similitudine è sin troppo semplice: così come il popolo nel deserto guariva guardando il serpente, allo stesso modo oggi guarisce chi guarda Colui che è sospeso sulla Croce tra il cielo e la terra. È come se Gesù ci domandasse: “Vuoi guarire? Sono io la tua medicina!”

La visita pastorale è proseguita presso l’oratorio di Villapinta. L’incontro con i componenti del Consiglio Pastorale di Vicariato è stato introdotto dalla lectio divina proposta da don Ivan sull’episodio evangelico del cieco di Gerico, scelto dal Vescovo per la sua omelia nella solennità di Sant’Abbondio. Ha colpito in maniera particolare la sottolineatura del “grido”. E’ qualcosa, il grido, che chiede sempre una relazione: noi gridiamo quando chiediamo aiuto, quando siamo spaventati e abbiamo paura, ma anche quando siamo felici e vogliamo condividere la nostra felicità. Ebbene, è proprio dalle relazioni che il nostro Vescovo ci chiede di ripartire!

Dagli interventi del Vicario Foraneo e della moderatrice, ma anche degli altri componenti del Consiglio Pastorale, abbiamo potuto constatare come gli sforzi del Vicariato nel corso di questi dieci anni di attività (il Consiglio si è riunito per la prima volta l’8 novembre 2011), abbiano proprio avuto l’obiettivo di intessere relazioni. In diversi ambiti: nella formazione permanente, nell’attività di oratorio, nella caritas, nella pastorale familiare, nella iniziazione cristiana.

Al termine di una “bella” serata, il Vescovo ci ha invitati a proseguire sulla via della continuità, investendo in maniera particolare sui giovani, che dobbiamo aiutare a “innamorarsi della vita cristiana”, rilanciando con entusiasmo, anche, l’esperienza del Sicomoro. Da parte nostra abbiamo rassicurato il nostro Pastore riconoscendo che probabilmente, nel corso di questi dieci anni, non abbiamo risolto alcun problema, ma non ci siamo mai fermati, anche quando la stanchezza serale e i nostri tanti impegni ci avrebbero suggerito di rimanere a casa. Non ci siamo fermati, Eccellenza. E certo non lo faremo adesso: guardandoci negli occhi Lei ci ha detto di credere in noi. E questo, per noi, è lo stimolo più bello per proseguire. Grazie.

Alba Codazzi